Le Parole Che Non Ho Mai Detto

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Foto di Valentina Mattogno

Scrivere è la mia croce.

Mi rende libera, mi rende vera, mi fa stare bene.

Ma allo stesso tempo mi distrugge da dentro, mi fa vedere il marciume che mi rende umana e mi indebolisce prima di farmi crescere.

Nelle mie parole c’è tanta verità quanta paura.

Paura di dimostrarmi per ciò che sono, una ragazza che ha paura del buio, che non ha mai giocato a strega di mezzanotte.

Una persona come te, sono piccola e fragile anche se voglio sembrare una dura del cazzo, ma ho finalmente deciso di togliermi tutte le maschere, perché mentre sto scrivendo la mia mano sulla tastiera scorre fluida e la mia mente sta elaborando talmente tanti pensieri che mi sento una fottutissima donna alpha e voi che leggete siete solo delle persone qualunque.

Ma ora sto andando a capo e mi sento persa, perché devo iniziare a parlare di qualcos’altro, e mi rendo conto di come nelle righe precedenti sono passata dall’essere umile a prepotente.

Eccomi, questa sono io.

E forse siete anche voi, non so. Odio questa situazione, ma allo stesso tempo mi piace.

Sarà che sto scrivendo a 00.54, e sta notte ho dormito quattro ore e sono stata indaffarata tutto il giorno, e per questo sono stanca morta e parlo a vanvera, perdonatemi, non siete obbligati a leggere.

Ho detto che potete non farlo.

Okay, non fatelo.

Perfetto, ora è colpa vostra.

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Foto di Valentina Mattogno

 

*GIORNO SENZA DATA POICHÉ SITUAZIONE ABITUALE*

 

Dopo essermi sparata un caffe in endovena per il troppo sonno, ho iniziato a buttar giù qualche riga mentre parlavo al telefono: tutto nella norma.

Ora velocizziamo i tempi: Scrivo, mi fanno un complimento per motivo “x”, infastidita riaggancio mentre smanetto sulla tastiera da incazzata, rileggo, rabbrividisco, mi rendo conto di quanto io sia succube della situazione tanto da contaminare il mio scritto, elimino.

Cambiamo leggermente la situazione.

Scrivo, mi fanno notare un mio difetto nel contesto “x”, infastidita riaggancio mentre smanetto sulla tastiera da incazzata, rileggo, rabbrividisco, mi rendo conto di quanto io sia succube della situazione tanto da contaminare il mio scritto, elimino.

Incontentabile.

Maddalena Rosati, edizione (non proprio) tascabile di una testarda-saccente-permalosa, per l’uomo che non può avere ragione mai (stereotipo di una classica pubblicità vista nei film: inserito).

Eppure la gente continua a volermi bene, e a me va bene così.

Alla fin fine ho anche dei pregi, no? Si spera, si.

Eppure quando scrivo non me li faccio tutti questi problemi, è il dopo che mi spaventa.

Così come la vita.

Spero che questo discorso no-sense abbia un senso (mi sono scordata di dire che sono incoerente).

Non mi preoccupo mai a dire cosa penso di una data cosa, e sono molto diretta con le persone, anche se a volte capisco che possa infastidirle, soprattutto quando la mia sincerità viene buttata lì come un product placement nei film a basso costo di produzione.

X:” Come sono vestita?”

Io:” Male”

X:” Vaffanculo”

E magari un giorno gli amici di una vita mi rinfacceranno la mia sfacciataggine, e dovrò assumermi le mie conseguenze: scrivere mi ha aiutata a capire anche questo.

Quando sono triste scrivo un sacco, e nel corso del tempo ho capito che più scrivo cose tristi più comprendo di più il problema di fondo e, cazzo, funziona!

Non giudicatemi per il mio modo di risolvere le situazioni, perché mi sto aprendo con voi, cari lettori vari.

Comunque, il punto finale è che sono entusiasta della mia vita, questo come contorno di ciò che è stato detto fino ad ora, ovvero parole a vanvera dettate del cuore e del sonno impetuoso.

Spero che tu, lettore, mi capirai, quando ti dirò che essere immaturi tante volte è la cosa più bella del mondo: perché mio padre mi disse che la serietà rende un uomo diffidente e poco raccomandabile, quindi ogni tanto c’è bisogno di fare cose folli, di scrivere senza un filo logico per levare lo stress e per sentirti libero.

Quindi ora sorridi, e sappi che non sei l’unico che ogni tanto mette le canzoni al massimo e canta e balla da solo, che non sei solo tu a fare monologhi ad alta voce la sera per decidere il da farsi il giorno dopo, che anche io ho messo calzini di colori diversi e sono uscita in tuta il sabato sera.

La scrittura è la mia condanna, e la via verso il paradiso.

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Foto di Valentina Mattogno

Instagram Valentina Mattogno: @vale.hemmings

Instagram Maddalena Rosati: @miss.stoh